N. 5 maggio 2016

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Giampaolo Tortora

Professor Giampaolo Tortora, direttore dell’Oncologia Universitaria e dell’Azienda Universitaria Ospedaliera di Verona.

Professor Tortora, una ricerca internazionale di cui avete fatto parte, ha tracciato l’identità genetica del tumore del pancreas. Puo dirci qualcosa di più?
« La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista “ Nature ” ed è frutto del lavoro di un grande gruppo internazionale, composto da ricercatori australiani americani e italiani. Gli italiani dagli scienziati dell’Università scaligera e dell’ Azienda ospedaliera impegnati nel progetto “ Genoma del cancro ”, di cui sono capofila per l’Italia, hanno contribuito sia per la parte di analisi biomolecolare, sia per la parte clinica. A firmare lo studio (finanziato da Airc-Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, Miur-Ministero dell’Università e della Ricerca e Ministero della Salute) oltre a me, ci sono Claudio Bassi, direttore dell’Istituto del pancreas, e Aldo Scarpa, direttore del centro di ricerca ArcNet dell’università di Verona e coordinatore del team di ricerca. La ricerca, che si basa sull’analisi di 456 pazienti, arriva a distanza di un anno dalla pubblicazione della prima parte del lavoro, sempre sulla stessa rivista scientifica internazionale, in cui si analizzava per intero il genoma di 100 pazienti. Sulla base di questa ricerca abbiamo identificato quattro tipi di neoplasie diverse che possono colpire uno stesso organo e che richiedono, quindi, differenti terapie, marcando un’inversione di rotta nella lotta a questi tumori, oggi al primo posto per mortalità tra tutti i tipi di neoplasie ».

Quali risultati porterà l’identificazione genetica dei quattro tipi di tumore del pancreas?
« L’aver identificato quattro tipi di cancro del pancreas ha portato alla luce la complessità della malattia. I quattro tipi: squamoso, progenitore pancreatico, immunogenico e a differenziazione mista esocrina-endocrina, colpiscono lo stesso organo e richiedono, quindi, differenti terapie. Questo è un passaggio fondamentale per arrivare a terapie più efficaci e diversificate per ciascun sottotipo di tumore. Le scoperte di questa ricerca sono una speranza per i pazienti affetti da cancro del pancreas, perché aprono la strada a una possibile personalizzazione delle cure anche nei tumori del pancreas, come avviene già per altri tumori. Seppure in fase preliminare, abbiamo osservato che alcuni pazienti, in modo del tutto inatteso, rispondono eccezionalmente a una particolare terapia. Sulla scorta della nuova scoperta proveremo ad associare queste insolite e positive risposte con uno dei sottotipi genetici del tumore e quindi ad estendere quel particolare trattamento a tutti i pazienti con tumori dello stesso sottotipo. Pensiamo, per esempio, che il tipo definito “ immunogenico “ possa essere vulnerabile ai nuovi farmaci immunoterapici, già usati con successo in diversi tipi di tumori ».

In Italia si registrano circa 12mila nuovi casi di tumore al pancreas e statistiche mondiali prevedono che entro il 2030 questa neoplasia diventerà la seconda forma di cancro più mortale. Ci sono altre armi per la sua cura?
« Con il nostro studio abbiamo fatto un grande passo in ambito terapeutico, premessa per guidare in modo più appropriato l’impiego di farmaci già esistenti e in uso per altre neoplasie. Ma anche la chirurgia troverà una sempre più precisa collocazione in funzione delle quattro tipologie. Alcuni tipi di pazienti, quando operabili, potranno trovare subito giovamento da una chirurgia. Per altri, invece, potrebbe essere più appropriato seguire prima cure mediche e sottoporsi solo successivamente all’intervento chirurgico. Siamo a un passo dall’applicazione routinaria di queste metodologie. Il prossimo passo vedrà al lavoro i patologi molecolari del Prof. Scarpa per mettere a punto i reagenti e le tecnologie per assemblarle in kit da applicare alla diagnostica routinaria che viene eseguita nelle anatomie patologiche ».

Qual è la situazione italiana del tumore del pancreas? Come limitare la sua diffusione?
« Il tumore del pancreas si manifesta quando alcune cellule che costituiscono l’organo, in seguito a ripetute alterazioni genetiche e molecolari, si moltiplicano senza controllo. Il pancreas è una ghiandola di circa 15cm di lunghezza, divisa in tre parti: testa (destra), corpo (centrale) e coda (sinistra). La porzione che produce i succhi pancreatici è chiamata “ pancreas esocrino ”: da qui ha origine circa il 95% di tutti i tumori all’organo. La parte che produce gli ormoni si definisce invece “ endocrina ” ( 5% del totale delle neoplasie). In Italia l’incidenza è di circa 12.200 casi, circa il 3% di tutti i nuovi tumori. Solo nelle donne over 75 il carcinoma pancreatico è compreso tra le cinque neoplasie più frequenti (5° posto, 5% del totale). L’andamento temporale dell’incidenza di questa neoplasia è in crescita sia nei maschi che nelle femmine. È uno dei tumori a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni. I fattori di rischio sono: il fumo di sigaretta, anche passivo, i tabagisti presentano un rischio di incidenza da doppio a triplo rispetto ai non fumatori. Ulteriori fattori di rischio sono patologie come la pancreatite cronica, il diabete mellito e una pregressa gastrectomia. Un’altra causa è la familiarità: chi ha un genitore o un fratello affetto da tumore al pancreas corre un maggior rischio di ammalarsi. Purtroppo fino ad oggi non esistono metodi per la diagnosi precoce di questo tumore, a differenza invece di quanto avviene con la mammografia per il tumore del seno. La malattia è di solito per lungo tempo asintomatica: solamente il 7% dei casi viene diagnosticato in stadio iniziale e solo il 20% risulta operabile. La ricerca di biomarcatori nel sangue per una diagnosi precoce dei carcinomi del pancreas è un altro grande sforzo di ricerca in cui siamo impegnati a Verona ».